"Il vino è tutta un'altra cosa quando arriva dalle tue terre"

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RODDINO OGGI


Ridente paese di collina amante del vino, difatti in questa zona non solo si produce il Dolcetto, ma persino la lista civica che ha vinto le ultime elezioni è intitolata al Grappolo d'Uva.

Però non tutta la natura presente sul territorio è occupata dai vigneti, vi sono anche larghi tratti di bosco ceduo o di gerbido. Si può dire Il paese tradisce il proprio nome, che deriva dal latino Randus, indicante "terreno sterile".

Sfortunatamente a questa fortuna biologica non corrisponde quella storica: sia dell'antico castello che della storica Chiesa parrocchiale rimane ben poco.

Comunque potete consolarvi con buoni prodotti enogastronomici, ovviamente il vino del posto va bevuto d'impegno, con numerose cantine pronte ad offrire i vini migliori della zona. Ma tra i prodotti tipici troverete anche tartufi, nocciole e gustosi formaggi piemontesi.


RODDINO GALLERY



RODDINO IERI


Roddino, con tutta probabilità, prende il proprio nome dal sostantivo latino Randus che significa “terreno sterile”. 
E' noto infatti che le colline su cui sorge il paese erano, un tempo, coperte da boschi e roveti. ln mezzo ad essi, pare durante il sec. X, un gruppo di soldati eresse sul colle ove ora sorge il capoluogo, dapprima una torre di vedetta e poi un castello ferrato che, grazie alla posizione privilegiata, divenne ben presto un forte di guerra. Nel corso degli anni attorno al castello si sviluppò l’abitato, pressappoco in corrispondenza dell’attuale centro storico.

Durante l’alto Medioevo, nel processo di infeudazione, il castello di Roddino restò compreso prima nel Comitato di Alba e poi nel Marchesato del Vasto o di Savona.

All'inizio del secolo XII esso era possesso del celebre Bonifacio il Grande. Egli nel 1142, dividendo il suo ampio patrimonio lo assegnò al figlio, pur esso detto Bonifacio, marchese di Cortemilia. Questi non ebbe prole e, morendo, nel 1197, lasciò Roddino e altre ville a suo fratello Manfredo, marchese di Saluzzo.

Verso la fine del secolo XII il potere dei nobili andò diminuendo e sui nostri paesi si consolidarono i comuni rurali. A Roddino vi erano il feudatario, il podestà, due consoli e il magnifico consiglio.

Con il trattato di Lione, tenutosi nel 1601, Carlo Emanuele I di Savoia divenne signore di tutto il marchesato di Saluzzo e quindi anche di Roddino. Durante le guerre civili di questa epoca (1637-1642) il castello di Roddino, che si ergeva dove ora sorge la canonica, venne distrutto. La comunità di Roddino ebbe a patire una lunga serie di soprusi, di iniquità e di delitti. A questi si unirono furiose avversità atmosferiche e micidiali malattie epidemiche. Per tutti questi motivi i municipi non riuscivano più a fare rispettare l’obbligo di pagare le tasse e ricorrevano quindi al senato di Torino. 


 

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