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"Tinca in camicia, luccio in pelliccia"

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CERESOLE D'ALBA OGGI


Nelle oltre 100 peschiere disseminate sul territorio di Ceresole, sguazzano le tinche.

La tinca è un pesce allevato negli stagni, associato da decenni a questa terra. Si cucinava per spezzare la dieta tradizionalmente semplice di Langa.

La tinca della domenica. Di recente è diventato presidio Slow Food, per l'orgoglio di tutti i locali.

Qui la terra è un tesoro, costellato di stagni. Dagli appezzamenti spuntano asparagi, peperoni e fragole. Se il corpo è ben nutrito, anche l'anima e la vista trovano sazietà nelle molte chiese che arricchiscono Ceresole d'Alba.

A partire dal Santuario della Madonna della Rosa, che per tutti i locali ha un posto nel cuore dedicato.


CERESOLE D'ALBA GALLERY



CERESOLE D'ALBA IERI


La prima menzione riguarda l'investitura del feudo di Ceresole da parte dell'imperatore Enrico III al vescovo di Asti nel 1041.

Durante il XV secolo Ceresole vive le lotte tra francesi e spagnoli che si traducono in una decimazione degli abitanti e nella distruzione delle coltivazioni, fino alla distruzione totale del paese nel 1544 durante la Battaglia di Ceresole. 
Per tutto il Seicento prosegue il declino della città, tanto che anche l'ultimo discendente dei Roeri di Ceresole decide di vendere le proprie terre per andarsene.  

Durante le grandi guerre, Ceresole è stato un attivo centro partigiano.

Il 21 luglio 1944 un gruppo di 350 tedeschi marcia su Ceresole giustiziando tutti coloro che cercavano di fermarli.


 

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